Questa è la copertina del mensile "IL ROMAGNOLO", del mese di maggio 2007, dove si scriveva degli ECOMOSTRI di Marina di Ravenna (MARINARA per intendersi) ribattezzati ironicamente dal giornalista "I MERCATALI".
Per chi lo avesse perso riportiamo integralmente il testo dell'articolo.
Dal sito http://www.ravennanotizie/ .IT vi riportiamo invece l'ultima notizia sull'"affaire".
Ecomostri: botta e risposta tra i Verdi e Ancisi
lunedì 16 luglio 2007
Si riaccende il dibattito politico sugli "ecomostri" di Marina.
Ad Alvaro Ancisi (LpR), che li aveva accusati di essere stati troppo in silenzio, l'Associazione comunale Verdi di Ravenna, rappresentati da Grazia Beggio, aveva risposto: "Consideriamo indegno si tenti di negare l'evidenza della presenza verde all'interno del Consiglio di Ravenna così come fuori. Noi Verdi siamo sempre stati contrari alla nascita di Marinara". "La nostra posizione - continua la Beggio - di contrarietà è sempre stata chiara e coerente. La credibilità di un politico non passa dalla negazione del lavoro altrui, e ricordiamo che il "patentino da ecologista" si conquista con una quotidianità a senso unico e non contradditoria".
Ma Ancisi spiega: "Io ho scritto “verdi” con l’iniziale minuscola, appunto per non riferirmi specificamente al partito politico dei Verdi, ma in generale alla vasta galassia sociale dei “verdi”, che non vota nei consigli comunali, ma che, quando fa sul serio, sa fare opposizione alla grande fuori del palazzo.
A Marina di Ravenna lo si è visto con la sollevazione popolare che ha contrastato l’installazione di uno stabilimento balneare di fronte al residence ex Colonia, ai piedi di una duna. Mi riferivo dunque alla mancata opposizione sociale".
"Il dato di fatto - continua Ancisi - è che a Marina di Ravenna gli ecomostri sono stati costruiti nel generale torpore della società civile, prima ancora che di quella politica.
Lista per Ravenna, non potendo essere quello che non è, cioè un movimento di lotta sociale, ma una lista di impegno civico, la sua parte l’ha fatta cercando di accendere la miccia. Cioè non limitandosi ad un voto contrario in Consiglio comunale, ma rivolgendo periodicamente agli organi di informazione allarmi e contestazioni al riguardo".
